Cloud, On-Premise o Ibrido? La scelta giusta non è mai scontata
Quando si parla di infrastrutture IT, il dibattito è sempre acceso: meglio il cloud, un’infrastruttura virtualizzata on-premise o un approccio ibrido? Se chiedete ai principali fornitori, la risposta sarà spesso orientata a promuovere la loro soluzione, senza una vera analisi dei pro e contro per il cliente. Ma la realtà è che non esiste una soluzione valida per tutti: la scelta dipende da esigenze specifiche, budget, sicurezza e obiettivi di business.
Vediamo nel dettaglio in cosa consistono queste soluzioni, diamo uno sguardo alle tendenze del mercato italiano e capiamo come fare una scelta ponderata.
Infrastruttura On-Premise Virtualizzata
Optare per un’infrastruttura on-premise virtualizzata significa mantenere i server fisicamente all’interno dell’azienda, utilizzando tecnologie di virtualizzazione per ottimizzare l’uso dell’hardware disponibile. Questo approccio offre un controllo completo sui dati e sulle applicazioni, garantendo prestazioni elevate e la possibilità di implementare misure di sicurezza personalizzate. Tuttavia, richiede investimenti iniziali significativi per l’acquisto e la manutenzione dell’hardware, oltre alla necessità di un team IT dedicato per la gestione quotidiana.
Esempio: Un’azienda manifatturiera italiana di medie dimensioni ha scelto di implementare un’infrastruttura on-premise virtualizzata per gestire le proprie operazioni critiche. Questo le ha permesso di avere un controllo diretto sulle proprie risorse IT e di personalizzare le configurazioni in base alle specifiche esigenze produttive. Tuttavia, l’azienda ha dovuto affrontare costi elevati per l’aggiornamento dell’hardware e per la formazione del personale IT.
Infrastruttura Cloud
L’adozione del cloud comporta l’esternalizzazione dell’infrastruttura IT a fornitori esterni, come AWS, Microsoft Azure o Google Cloud. Questo modello offre una scalabilità immediata, permettendo di adattare rapidamente le risorse alle esigenze aziendali, e una struttura di costi più flessibile, poiché si paga solo per le risorse effettivamente utilizzate. Inoltre, consente l’accesso ai dati e alle applicazioni da qualsiasi luogo con una connessione internet. D’altro canto, comporta una dipendenza dal fornitore scelto, possibili preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati e prestazioni che possono variare in base alla qualità della connessione internet.
Esempio di successo: Un’azienda italiana nel settore dell’e-commerce ha migrato le proprie operazioni su una piattaforma cloud, beneficiando di una maggiore flessibilità e scalabilità. Questo le ha permesso di gestire efficacemente i picchi di traffico durante le promozioni stagionali, migliorando l’esperienza del cliente e aumentando le vendite.
Esempio di insuccesso: Un’azienda finanziaria italiana ha deciso di migrare completamente al cloud per ridurre i costi operativi. Tuttavia, ha riscontrato problemi di latenza e preoccupazioni riguardo alla conformità normativa, portandola a riportare alcune operazioni critiche su un’infrastruttura on-premise. Questo ritorno ha comportato costi aggiuntivi e complessità nella gestione dell’infrastruttura.
Infrastruttura Ibrida
L’approccio ibrido combina elementi sia dell’on-premise che del cloud, offrendo una maggiore flessibilità. Ad esempio, un’azienda potrebbe scegliere di mantenere in locale i dati sensibili o le applicazioni critiche, sfruttando al contempo il cloud per carichi di lavoro meno sensibili o per gestire picchi di domanda. Questo modello consente di ottimizzare i costi e migliorare la resilienza complessiva dell’infrastruttura IT. Tuttavia, integrare e gestire ambienti diversi può risultare complesso e richiedere competenze specifiche.
Esempio: Un’azienda italiana del settore sanitario ha adottato un’infrastruttura ibrida, mantenendo i dati dei pazienti su server locali per garantire la conformità alle normative sulla privacy, mentre utilizza il cloud per l’analisi dei dati e la gestione delle applicazioni non critiche. Questo approccio le ha permesso di bilanciare sicurezza, conformità e flessibilità operativa.
Tendenze del Mercato Italiano
Negli ultimi anni, il mercato italiano del cloud ha registrato una crescita significativa. Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, nel 2024 il mercato ha raggiunto un valore di 6,8 miliardi di euro, evidenziando un incremento del 24% rispetto all’anno precedente. Questo rappresenta l’aumento più consistente degli ultimi sei anni, superando anche il picco del 2020 durante i lockdown, quando la crescita si attestò al 20%. La componente del Public & Hybrid Cloud ha mostrato la dinamica più rilevante, con una spesa di 4,8 miliardi di euro, segnando un +30% rispetto al 2023.
Tuttavia, nonostante questa espansione, l’Italia mostra un certo ritardo nell’adozione del cloud ibrido. Secondo l’Enterprise Index di Nutanix, solo il 17% delle infrastrutture IT italiane utilizza soluzioni ibride, a fronte di una media globale del 46%. Questo dato indica che molte aziende italiane non stanno ancora sfruttando appieno i vantaggi offerti dall’integrazione di ambienti on-premise e cloud pubblici.
Nonostante ciò, le imprese italiane dimostrano una forte propensione verso strategie “cloud smart”. Il 96% degli intervistati italiani ha adottato un approccio che prevede la scelta dell’ambiente cloud più adeguato per ogni specifica applicazione, superando il 90% rilevato a livello globale. Inoltre, il 95% delle aziende italiane considera la sostenibilità una priorità, rispetto all’88% della media internazionale, posizionando l’Italia in prima linea nelle iniziative che combinano tecnologia e sostenibilità.
Come fare una scelta ponderata
Nel settore IT, spesso si assiste a una polarizzazione delle soluzioni proposte, con fornitori che promuovono il cloud come panacea per tutte le esigenze o, al contrario, difendono strenuamente le soluzioni on-premise. Questa tendenza è spesso guidata da interessi commerciali, con l’obiettivo di vendere una particolare soluzione piuttosto che fornire una consulenza obiettiva basata sulle reali necessità del cliente.
Per evitare decisioni affrettate o influenzate da interessi di parte, è fondamentale affidarsi a professionisti indipendenti che possano valutare in modo obiettivo le esigenze specifiche dell’azienda e proporre la soluzione più adeguata. ITquadro si distingue proprio per questo approccio: non siamo legati a nessun brand o tecnologia specifica, il che ci permette di offrire consulenze su misura, focalizzate esclusivamente sul beneficio del cliente.
Conclusione
Non esiste una soluzione IT universale valida per tutte le aziende. La scelta tra on-premise, cloud o infrastruttura ibrida deve essere basata su un’analisi approfondita delle esigenze specifiche, delle risorse disponibili e degli obiettivi strategici dell’organizzazione. Affidarsi a consulenti indipendenti come ITquadro garantisce una valutazione imparziale e l’implementazione della soluzione più adatta per massimizzare l’efficienza e il ritorno sull’investimento.
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